Tra le saline di Trapani, vive una storia antica quanto il sale stesso. Da generazioni, la famiglia Culcasi tramanda un rito antico: la raccolta del sale marino. Un’arte paziente, trasmessa di generazione in generazione, che trasforma l’acqua del mare in cristalli bianchi, puri e luminosi.
Un deserto bianco, dove la vita trova il modo di prosperare
Alberto Culcasi, erede di questo piccolo angolo di paradiso, ci accompagna in un viaggio nel tempo. Ci racconta di suo nonno, un contadino salinaro che, con tenacia e passione, ha ripristinato la salina alluvionata, trasformandola in un’oasi di bellezza e di vita. “Mio nonno – racconta Alberto – era un uomo saggio. Capì che la salina non era solo un luogo di lavoro, ma un tesoro da custodire e valorizzare. Per questo, decise di creare un museo e un ristorante, per far conoscere a tutti la storia e la tradizione del sale”. Attrezzi antichi, fotografie e documenti riportano indietro nel tempo, svelando i segreti di un mestiere che si è mantenuto nei secoli.
Tra i meandri dell’oro bianco di Sicilia
Ogni cristallo di sale è frutto di un paziente lavoro che inizia in primavera, quando le vasche vengono preparate per accogliere l’acqua marina. Nei mesi successivi, il sole evapora l’acqua, lasciando emergere i preziosi cristalli di sale che i salinari delle Saline Culcasi maneggiano con la stessa cura che i loro antenati usavano secoli prima. “Non usiamo macchinari, perché vogliamo preservare l’autenticità del prodotto. Ogni cristallo ha una sua storia, un’anima” – continua Alberto.
E il sale, infatti, ha un’anima. Un’anima antica, che parla di fatica e passione, di legami con la terra e con il mare. Un’anima che si ritrova nelle note intense e autentiche di questo prodotto, lontano dai sapori omogenei e industriali.
Cristallizzare la passione
Il sale artigianale delle Saline Culcasi è diverso, ha un potere salante maggiore, perchè non viene trattato con sostanze chimiche. L’acqua, che in estate assume una tonalità rosa, sembra quasi pulsare di vita. “È l’effetto di una microalga – spiega Alberto – che produce beta carotene, lo stesso pigmento che dà il colore alle carote. Un vero e proprio spettacolo della natura”. Ma il sale marino artigianale non è solo un prodotto, è una cultura. Fedele non solo alle sue origini e tecniche artigianali, ma anche al suo aspetto folcloristico: ogni anno, durante la raccolta, si tiene una festa; giovani e meno giovani si riuniscono nelle saline, cantando le antiche canzoni dei salinari, tramandate di generazione in generazione. È un momento di condivisione, di allegria, ma anche di riflessione sul valore del lavoro manuale e sulla bellezza dei lavori d’un tempo che si pensano desueti.
E così che, Riserva del Mare – Oro Di Sicilia, sale artigianale delle Saline Culcasi, riesce ancora oggi a raccontare e trasmettere un modo di vivere lento e rispettoso della natura, dove l’uomo ne è ancora amico e tiene a custodirne il patrimonio, valorizzandolo.